Il rilancio dei ristoranti e del turismo passa attraverso l’elemento umano e la Comunicazione Strategica.
C’è un errore che il turismo e la ristorazione in Italia hanno spesso fatto.
Sia chiaro, non è giusto generalizzare, ma certo è giusto sottolineare le carenze di quei comporti
L’errore è stato quello di trascurare l’elemento umano – il rispetto della Persona – e la comunicazione intesa come Comunicazione Strategica.
La mancanza di rispetto verso le persone, siano esse i collaboratori che lavorano nel ristorante o siano esse i clienti, è figlia di tre fattori:
- carenza di formazione sul piano umanistico,
- turismo e ristorazione di massa,
- improvvisazione sul piano professionale
Ci si è più preoccupati del fare cassetta, cogliendo le uova della Gallina d’Oro chiamata turismo di massa o grande ristorazione (pizzerie, ristoranti, trattorie affollati).
Non si è pensato di agire sul piano della qualità umana e professionale della ristorazione e del turismo.
L’emergenza Covid-19 con il lockdown e il cambio di “sentiment” della gente, dei consumatori, dei clienti hanno fatto crollare il palco.
Turismo e ristorazione: i (poco nobili) retroscena
Ho una serie di parenti e amici che lavorano da anni nella ristorazione.
Senza voler fare di ogni erba un fascio – che non sarebbe giusto – ho sentito spesso raccontarmi di quanto segue:
- cibi di scarsa qualità serviti ai clienti,
- mancato rispetto dei diritti sindacali dei lavoratori (orari e paga),
- “scherzo del rubinetto” (acqua di rubinetto fatta passare per minerale),
- nonnismo in sala e nonnismo in cucina,
- sessismo nei confronti delle lavoratrici donne,
- uso di cocaina a nastro per reggere i ritmi
Non tutti questi fenomeni si sono registrati in tutti i ristoranti, pizzerie e trattorie e nel turismo. Non sarebbe serio fare un’affermazione del genere per tutti gli esercizi.
Ho conosciuto ristoratori, pizzaioli, tenutari di hotel che lavorano – e sono la stragrande maggioranza – a ottimi livelli. Con passione e rispettando i propri collaboratori.
Nel magma del turismo di massa, però, vi sono stati anche fiumi inquinati che hanno abbassato il livello.
Ci è voluto il Coronavirus per mettere alle corde comparti – come la ristorazione e il turismo – dove vi è l’esigenza di un salto di qualità.
Un salto di qualità che, in prospettiva, richiede anche una giusta remunerazione. E un giusto rapporto tra qualità e prezzo.
A parte quelle “cattive abitudini”, di una fetta della ristorazione e del turismo, che speriamo spazzate via dal Covid-19, c’è da far ripartire in qualità due comparti fondamentali per l’Italia.
Non si tratta solo di contributi a fondo perduto. Non si tratta solo di marketing del territorio. Non si tratta solo di prestiti a lungo termine e a tasso zero.
Si tratta di fare un salto di qualità. E di puntare su due elementi:
- qualità dei rapporti umani, con collaboratori e clienti;
- uso della comunicazione come Comunicazione Strategica
Puntare sulla “persona cliente” e “persona collaboratore”
Spiega Martin Lindstrom – uno dei più acuti esperti di marketing e brand al mondo – che quest’epoca del Coronavirus e della crisi economica è il momento migliore per costruire (o rilanciare) il proprio brand.
Come? “Ripensando il proprio modello di business”. Lasciando spazio ai sognatori e ai visionari della propria azienda. Ascoltando i clienti e le loro esigenze.
Si parla spesso di “empatia”, senza praticarla se non come una tecnica a beneficio di chi la usa.
Di empatia parla anche Martin Lindstrom, sottolineando che l’empatia è la spina dorsale dell’essere umano.
L’empatia è quello che il grande pedagogista, mio mentore, Luigi Secco, chiama il “pensiero migrante”.
Il “pensiero migrante” è quel pensiero che entra nella mente – intesa come produttrice di ragionamenti e sentimenti – per comprenderla e tornarne arricchito. Non per manipolarla.
L’empatia presuppone, come il pensiero migrante, il riconoscimento e il rispetto della persona.
Occorre ripensare, allora, il proprio business partendo da due categorie di persone:
- i clienti delle imprese del turismo e della ristorazione,
- i collaboratori delle imprese del turismo e della ristorazione
Senza questo approccio umano, molto umano, il resto non serve a nulla.
Non servono a nulla i siti web, i profili su Instagram, su Facebook, su Pinterest, su Linkedin o sull’ultimo social inventato da qualcuno.
Il riconoscimento dell’Altro – il cliente, il collaboratore – come “persona”, come “essere umano” cambia la prospettiva da cui si guarda il fare impresa.
Brand Journalism e Comunicazione Strategica
Il Covid-19 ha messo alle corde decine di milioni di persone: sul piano esistenziale, sociale ed economico.
L’emergenza del virus, con il suo corteo di paura e sacrifici e dolori, ci costringe a ripensare il nostro modello di società e di economia.
A livello di impresa, ci costringe a riprendere in considerazione la comunicazione, oltre all’approccio umanistico di cui ho detto.
C’è bisogno di un rispetto della persona-cliente, di un rispetto della persona-collaboratore che lavora con noi. E c’è bisogno di una Comunicazione Strategica.
Il Brand Journalism è il secondo pilastro – in ambito comunicativo – di quel ripensamento del proprio business che passa dal rispetto delle persone.
Occorre ripensare la comunicazione affidandosi a professionalità che consentano di trovare soluzioni capaci di relazionarsi con i clienti e con i collaboratori.
Il Brand Journalism è ricerca, studio, investigazione di come un’impresa lavora, dei suoi punti di forza e di debolezza.
Il Brand Journalism è analisi dei prodotti e dei servizi. E’ ascolto delle esigenze di chi lavora nelle imprese.
Il Brand Journalism è ascolto e analisi, inchiesta e scandaglio dei sentimenti, delle paure, dei sogni e dei desideri dei clienti.
E’, insomma, un Giornalismo l’Inchiesta che scopre i dati (anche scomodi), i fattori, i punti di forza e di debolezza dell’impresa.
E li utilizza per proporre un nuovo modo di fare impresa.
Anche nella ristorazione e nel turismo il Brand Journalism può dare il meglio di sé.
Per sostenere il rilancio e la ripartenza delle imprese – turismo e ristorazione in primis – abbiamo fondato Plaza Media Company.
E’ una start-up che si occupa di consulenza nel campo della comunicazione e del marketing digitale.
Plaza Media Company lavora sia sul fronte italiano che su quello internazionale, avendo competenze linguistiche che – oltre all’inglese – si allargano al tedesco, al francese, allo spagnolo e al russo.
La competenza tecnica di Plaza Media Company – giornalismo, social media management, business blogging, webmarketing, informatica e progettazione multimediale e transmediale – non è però sufficiente.
Quello che distingue questo gruppo di lavoro, questa start-up è l’approccio umanistico. Un approccio fondato sul rispetto della persona, degli esseri umani.
Perché le imprese sono formate da persone. E si fondano sulle persone.
Ecco, allora, che approccio umanistico, rispetto della persona, Comunicazione Strategica e Brand Journalism consentono di ripensare la strategia comunicativa del turismo e della ristorazione.
Un ripensamento che passa attraverso il “pensiero migrante” (l’empatia), la passione per gli esseri umani, l’ascolto e la progettazione di un nuovo modello di business.
Con un obiettivo, per le imprese e la comunicazione: il successo economico in un quadro di rispetto delle persone.
Maurizio Corte
email: cortemedia(at)virgilio.it
siti web: Brand Journalist (professional blog) – Agenzia Corte&Media
start-up: Plaza Media Company
(photo: thanks to Raul Taciu, Unsplash)
La canzone che ti consiglio, da abbinare a questo articolo, è “Monologo”, di Silvio Rodriguez.